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hector
Junior Member
Lazio
277 Messaggi |
Inviato il il 01/02/2017 : 15:30:54
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Per adesso, questa sarà l'ultima.
Non che dopo non ne sia arrivata altra, anzi, al contrario: anche troppa, purtroppo. Ma questa è stata l'ultima, su quelle montagne, da cercare così, per gioco e a cuor leggero, senza dover pensare agli effetti di quella valanga catastrofica che avrebbe seppellito, di lì a tre giorni, l'idea innocentemente infantile che si poteva avere della neve. Per un bel pezzo, almeno. Se non bastasse, arriva presto un altro motivo: su alle Rocche, solo poche settimane fa, si poteva ancora volare sui nevai senza dover pensare: “ecco, era laggiù l'elicottero perduto”. Oggi invece verrebbe inevitabile il ricordo di quando lo si vedeva sul suo campo, sempre pronto, e ricordare quelle persone incrociate qualche volta, e fuggevolmente salutate. Sempre pronte. Sarebbe impossibile evitarlo, adesso.
Ecco il perchè: sarà stata questa, l'ultima spensierata passeggiata sulla neve. Almeno fino a quando il tempo non avrà avuto la pietà di metterci una pezza, in qualche modo: è l'unica cosa che sa fare bene, l'unica che fa bene. Nell'attesa, quella neve sarà anche il ricordo di quando il terremoto-che-non-finisce-mai aveva quasi completato i preparativi per un'altra improvvisa rentrée, non forte come la precedente di ottobre, ma comunque preoccupante. Chi ne abbia vissuta l'esperienza, anche solo di sfuggita, conosce bene il potere che ha il terremoto di cambiare ogni prospettiva: “toccare con mano” qualcosa che può stravolgere tutto, senza preavviso, nell'arco di un minuto, non può lasciare indifferenti. Per esempio, il 30 ottobre a Roma (e quindi lontanissimo da dove si era originato e ha fatto sentire i suoi effetti maggiori), la sensazione ai piani alti è stata quella della fine. Comincia ovviamente prendendoti del tutto alla sprovvista, e subito ti fa perdere l'equilibrio e l'orientamento, poi continua, anzi aumenta, e continua ad aumentare, e senti il rumore degli oggetti e dei mobili che sbattono, e poi le grida dei vicini, e non vuole finire, e si va avanti così verso l'ignoto per un tempo ignoto, ma certamente molto LUNGO. Non puoi chiamarla paura, perchè TERRORE è la parola giusta: atterrisce in senso etimologico, “mette a terra”, e poi resta sottotraccia, e non va più via. Come reagire? Ci saranno molti modi, ad ognuno il suo. Uno dei più classici, quello che in definitiva preferisco, è il carpe diem. Detto alle spicce: finchè dura fa verdura*. Insomma, ogni lasciata è persa. In pratica, meglio non pensarci e facciamoci un voletto: specie quando capita una giornatina, una di quelle un pò così
*cfr Carlo Lapucci, Proverbi e motti fiorentini: "Fiché dura fa verdura, quando non c’è piú viva Gesú. Intercalare che può fermarsi al primo distico e indica che una cosa si adopra finché c’è, senza darsi pensiero di risparmiarla, ovvero un oggetto si adopra fin che non si rompe e poi si getta. Probabilmente è riferito a una pianta da frutto sterile che si tiene in giardino come ornamento: far verdura". Sentito dire la prima volta da un pilota di aliante, nella Guidonia dei primissimi anni '80. Richiesto sull'eventualità di tornare a terra dopo tre o quattro ore di volo per cedere il mezzo ad altri, rispose appunto: “Finchè dura fa verdura”. Lo presi per un no
Come ti sembra, oggi, il mare si-fa-per-dire nostrum? Così a occhio direi: "Ciottoloso di isole".* Ci aspetteranno, al ritorno?
* cfr H.D. Thoreau, Walden. Poraccio, si rivolterà nella tomba
Dovevamo partire insieme ma loro sono ancora in basso, a pascere le pecore. Testimone il mare.
“I am the eye in the sky, looking at you-u-uuu” *
* cfr Alan Parsons Project; certo che i riferimenti musicali ti datano più spietatamente del carbonio 14: la prossima cito Fedez
“I can read your mind”. Volerai oltre le montagne, verso oriente, in cerca di nuovi orizzonti. O dell'essenza ultima della tua anima? No, di un posto per il pranzo.
Vengo qui quando sento la nostalgia del Canada.
Ancora l'isola. Perchè cento km non bastano, a nasconderla.
Come non bastano a nascondere quelle montagne. Forse si potrebbe quasi dire: CAVOK.
Ridge
Geometrie esistenziali (e la citazione stavolta trovatevela da soli )
Da qui qualcuno è scappato.
Allora, vogliamo andare a vederla o no, 'sta neve?
Rendez vous
Due italiani, due partiti: chi da un lato della valle, chi da quello opposto. Ma uno solo è sopravento
Il costone porta molto bene, si sale in fretta.
Improvviso, oltre il crinale, l'altopiano. Il motivo, questo, per volare.
Sì, per questo siamo qui.
Che volo sarebbe, senza un affaccio su un altro mare?
Luoghi belli e senza ombre, a vederli oggi.
Di là solo una sbirciata.
Toh, c'è anche lo sbuffetto solitario
Sta lì per giocare un po' a nascondino con la valle
Per ritrovare la via di casa si fa ricorso ad un'arte antica, la navigazione astronomica.
Cielo senza titolo.
Ri-ridge.
Giorni freddi, e non lontano il mare.
Isole, ancora
Stessa neve, diversa prospettiva
Stesso mare di stamattina, un po' diversi noi.
Lui vola ancora: le isole lo hanno aspettato.
Ripensando a quella giornata, con il senno di poi non posso che esserne contento: funziona sempre bene, il carpe diem.
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Giacosa
Administrator
Italy
274 Messaggi |
Inviato il 02/02/2017 : 09:25:56
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E' sempre un piacere vedere e leggere i tuoi voli.
Flavio Giacosa
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hector
Junior Member
Lazio
277 Messaggi |
Inviato il 03/02/2017 : 10:54:14
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Citazione: Messaggio di Giacosa
E' sempre un piacere vedere e leggere i tuoi voli.
Flavio Giacosa
Grazie, piacere mio |
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iaio
Average Member
Lombardia
502 Messaggi |
Inviato il 05/02/2017 : 17:28:10
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Hector mi ripeti il modello e dove posso trovare info del tuo Fournier?...
Mi stai facendo appassionare con tutte ste bellissime foto. Mi sa che quando andrò in pensione (se me la daranno) o non avrò più i riflessi per il Corby un pensierino ce lo faccio.
Tra l'altrto mi sembra che comunque il Fournier qualche "assetto inusuale" lo permette |
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hector
Junior Member
Lazio
277 Messaggi |
Inviato il 06/02/2017 : 09:35:40
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Grazie, mi inviti a nozze
Il monoposto è un RF4D, e come dici, permette assetti inusuali e anche qualcosa di più: vite, loop, chandelle, lazy eight etc. Per tutte le caratteristiche e i manuali di volo, puoi vedere nella sezione download del sito Club Fournier America http://cfiamerica.com/
In altre foto avrai forse visto il biposto RF5,
e l'altro monoposto RF3, non acrobatico
Sui Fournier in generale diciamo che sono una famiglia di progetti nati negli anni sessanta dalla matita di questo simpatico novantenne (qui impegnato a difendersi dall'entusiasmo di uno dei suoi numerosi fan, in occasione di un recente raduno delle sue creazioni)
Diverse suoi progetti sono motoalianti TMG in legno e tela (come gli RF3, 4 e 5), altri invece aeroplani; le motorizzazioni dei TMG sono di derivazione Volkswagen: Limbach, o Rectimo per i mono, in pratica il motore del Maggiolino. La manovrabilità e la piacevolezza dei comandi, del 4 in particolare, sono le caratteristiche più apprezzate, anche dalla pattuglia dei Blu Voltige www.bluevoltige.it/. Presso l'AVAG, Ass. Volovelistica Alpi Graie, si possono avere ulteriori informazioni e dettagli.
Il nostro monoposto, anche se ha compiuto mezzo secolo, per adesso ha ancora voglia di volare
Quanto all'età eventualmente... pensionabile dei piloti, il precedente proprietario del 3 ha volato regolarmente fino a 80 anni (e lo avviava con il lancio a mano dell'elica): nessun problema, basta essere giovani dentro
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Modificato da - hector il 06/02/2017 09:58:12 |
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