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hector
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Lazio
277 Messaggi |
Inviato il il 03/09/2017 : 22:17:25
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Partire, o non partire: questo è il problema. Se sia più nobile nella mente soffrire i colpi di fionda e i dardi dell'oltraggiosa canicola romana, o prendere l'aereo contro un mare di affanni e, contrastandoli, porre loro fine.
Un mare di affanni. Oppure la canicola: partire, o non partire. E così anche questa estate il Globe Theatre a piazza di Siena ne ha fatti di danni, alle menti più fragili: le parole immortali del Bardo risuonano, rimbombano, rintronano incessanti negli incubi riarsi di un'estate letteralmente africana. Ma il dubbio amletico non può durare in eterno, anche perchè poi agosto fra quattro giorni finisce... e ci vuole una sintesi, una decisione, bisogna tirare le somme:
pro: sono da solo contro: sono da solo Mi sa che si parte.
Per dove, chissà.
Non si fa in tempo a mettere il naso per aria, che già si vedono i primi incendi.
In altri tempi si sarebbe pensato alla visione di qualche poetica nebbietta mattutina, adesso guardiamo il prodotto della follia. Criminale.
E così è stato sempre, questa estate: ogni santa volta, su Roma info, non senti altro che “Canadair 8 bat di qua”, “Canadair 22 di là”, “Canadair 13 per normali”. Tutti i giorni, così tutto il giorno.
Senza fumi la giornata è limpida: non vicini, eppure bene in vista, i monti di Toscana.
Aridaje.
Una dorsale. Sempre bello risalire le dorsali: c'è aria diversa di qua, da terra, e di là, di mare. Quando passi il crinale te ne accorgi senza guardare.
Ah, ecco. Montelago.
Quasi in un angolo, sperduto in un avvallamento sulla costa del monte più lontano, pare proprio di vedere un eremo. Come definirlo? Viene così, di getto: disposto a sola latria
Una pausa. Qui il controllo del traffico aereo lo gestisce lui, praticamente un AWACS
Andiam, che la via lunga ne sospinge.
Romagna solatìa (sì, davvero: posso confermare)
dolce paese (beh, immagino, ma nell'occasione non mi fermo a verificare)
cui regnarono Guidi e Malatesta (loro, o altri, nel castello regnarono di sicuro)
cui tenne pure il Passator cortese, re della strada, re della foresta (adesso i briganti le foreste le bruciano, invece di regnarci: lui era un dilettante, per gli standard attuali).
Oggi purtroppo gli scarsi rimasugli scolastici la fanno da padrone, ma finiranno presto. Siamo dove? Sì, proprio lì, dove quella volta fatale “si dormia”.
L'estate sta finendo...
Per chi sa poco di pianura, è sempre una sorpresa.
Geometrica potenza.
Comincia un mondo nuovo...
fatto di canali, di lagune, e anche di mare. Comincia il viaggio.
Oh guarda, da un'altra prospettiva si intravede anche la Valle.
Di Goro, e di Volano, ed altri ancora. Ma bisogna tenersi la voglia del passaggio basso, che viene, eccome se viene: accontentarsi del teleobiettivo, la durissima lex.
Fattoria fotogenica.
Andando piano, si trova anche il tempo per qualche vagabondaggio sul delta, prima della meta. Che viaggio sarebbe, senza deviazioni?
Un poco di mare, adesso, quando la sera si avvicina. Ora basta giocare con le barchette, tutti a casa, marsh!
Vaporetto sprint.
Sarà la stanchezza, ma ormai ci vedo quadruplo.
Chiamata all'aria per un lungo finale verso sud. La città immaginaria la si può solo... immaginare, nel sole che scende.
Controluce, strani movimenti sullo sfondo dell'aerostazione.
All'improvviso l'ingresso non è più a zero.
Arrivati, comincia il viaggio nel tempo.
Ma che bella accoglienza (in realtà è assolutamente ottima, e anche sorprendentemente economica. Il che di certo non guasta).
Appena fuori, a San Niccolò è subito Venezia.
L'altra, per fortuna, è ben lontana.
Non che qui si faccia necessariamente vita monastica...
Con la giusta attrezzatura può cominciare un altro viaggio.
Pavoneggiarsi al Lido?! Supercafonal
Qui la decadenza ha un non so che di... decadente, che molto attira, e piace. Decadiamo.
Perfetto per la famiglia Fantozzi. Pinaaaa...
In barca si fa la bella vita, ma il ristorante è chiuso ormai. Piazza d'Italia.
Si può andare ovunque, da qui nessun posto è lontano.
Di nuovo al campo, finalmente con un piano per il futuro. Per il passato invece è troppo tardi: ah, esserci stati!
Dimenticare Venezia? No, non credo. Su questo mare la si trova ovunque.
Tagliare un po', la prua rivolta a est.
Sul Papa November 1, come da piano
Per fare la base si passa un confine di stato.
Il finale della 33 sorvola il posto di frontiera, uno degli ultimi ancora attivi in Europa (e c'è la fila!)
Un buon approdo attira molti marinai.
La bevanda insospettisce, ma tutto il resto no, non è una sòla. Magari Isola, sì.
Due giorni a meditare sul nuovo piano, a sognare del BUGEV, e del BAXON... ma è l'IXONA che intriga, sopratutto... IXONA arrivo, IXONAAAA.... Presto, di nuovo al campo.
Taxi driver
La benzina avio costa poco più della verde qui da noi, e non devi neanche disturbarti per andare alla pompa: c'è l'autocisterna. Visto che stai per partire, gli ancoraggi li tolgono loro, senza bisogno di chiedere niente. Alla reception l'addetta verifica subito che il piano sia a posto. E il conto? Ultra popolare (per di più in una zona che economica non è: se non paragonabile alla Costa Smeralda poco ci manca). L'aeroporto perfetto.: dal Pilatus al Cub qui stanno bene tutti.
Sul campo non manca l'osteria.
Com'era la storia delle ore fra bottle e throttle?
Si parte, allora, senza bottle, e in una tempesta di sereno. Ecco il confine.
Trieste in lontananza fa di tutto per farsi notare, e ben ci riesce.
Al BUGEV: so far, so good. Ma Pula Radar fa: ”Procede direct to BAXON”. Come direct, e tutta la mia bella pianificazione, che ho passato serate solitarie a rimuginare, a perfezionare, a limare? E IXONA? Non conoscerò mai IXONA?
Mi rassegno, anche perchè c'è altro da pensare: l'unica nota stonata della mattina era stata quel metar di Tessèra, che dà visibilità marginale per il VFR, con rugiada alta, vicina alla temperatura ambiente. Come andranno le cose in mezzo al mare?
Si comincia a vedere quello strato di umidità a mezzaquota. Il campo di Orsera comunque è sempre lì, just in case.
Le isolette son belline, ma adesso interessano poco. Più si va a sud, controluce, e peggio si vede.
Che sensazione di leggera foschia, sta colorando l'anima mia...
Chiedo di salire un po' per togliermi da una situazione che va degradando, lentamente ma costantemente. Niet, per zone militari soprastanti. Mhmm. Fare scud running non mi attira, e visto che in ala si vede ancora una specie di orizzonte vado avanti: l'idea è che alle brutte un 180 sia sempre possibile, dato che la visibilità col sole alle spalle sarebbe senz'altro migliore. Comunque sono già al confine della mia comfort zone, e con un passeggero avrei certamente fatto dietrofront. Sennò poi mi menava.
Volare in un alone bianchiccio, anche con gli occhiali da sole, è faticoso e spiacevole, almeno per me. Ma le cose prendono rapidamente un'altra piega, e qui non ci sono immagini a conferma: come dicevano gli antichi, primum vivere, deinde fotografare Cosa sono quelle forme bianchicce che arrivano nella foschia? Nuvolette?! No eh, dentro a quelle proprio non ci vado, discesa rapida senza se e senza ma, intanto aviate e navigate, il communicate vedremo poi. Infatti il radarista chiama immediatamente, gli dico che per mantenere VMC se non mi fa salire devo scendere, e all'occorrenza scenderò ancora. Ci pensa su qualche minuto, poi mi chiede che livello vorrei avere. Amico mio, il livello te l'ho chiesto da un pezzo e tu mi hai mandato a far la gara coi sottomarini, a questo punto ormai il peggio è decisamente già passato e si continua in basso, in tutta tranquillità.
Col senno di poi farei le stesse scelte? Direi tutte tranne una: se con visibilità in diminuzione i controllori ti negano la salita, forse è meglio scendere subito a vedere che aria tira, e poi tornare indietro o eventualmente proseguire. Aspettare nella palta che le cose cambino in maniera aleatoria, non è il massimo.
Poca gente in mare, per vedere la prima nave bisogna arrivare quasi in Italia.
Sulla costa visibilità illimitata. Le cose cambiano in fretta.
Come all'andata, una comoda sosta.
Oggi agosto finisce. Sono le due, e fresco non è: c'è di meglio di un bel voletto?
Ancora a Sasso.
La gola delle grotte.
Un saluto al parapendio lontano.
In una pozza di calore, sono un miraggio i cumuletti all'orizzonte: attirano come un radiofaro.
Ombra, finalmente. A destra sfila via il Vettore, a sinistra c'è Amatrice. Che non fotografare è bello.
Verso Posta un grande incendio. Tanto per cambiare.
Ah però che basi, anche il Corno Grande sembra molto sotto... la tentazione comincia a fare presa, questo trasferimento anonimo potrebbe cambiare aspetto, molto presto, e non in peggio...
E' poco prima del lago, che in un istante ritorna la voglia di vivere, a un'altra ve-lo-citàaaa...
Li senti, a Rieti si stanno organizzando, fiutano qualcosa, arriveranno presto. Intanto, qui, volo da solo. Per adesso.
Capisco che al motoraro queste foto dicano poco. Ma il cuore tenero del veleggiatore è qui che tutto mi si squaglia
Oggi non si nasconde, né si fa pregare, la montagna. E' tutto facile: già dimenticato il mare.
Biancheggia laggiù in fondo, la Pescara.
Altro parapendio. Non basso.
“Houston da missione da Marte, mi sentite, passo? Mi sentite, passo?!” Ah già, per la risposta ci vogliono 40 minuti
Qualche vasca ancora, nell'attesa.
Eccoli che arrivano.
Ma stargli dietro è dura.
Come squali arrivano: azzannano l'ascendenza, e sono subito lontani.
Ma l'aria è buona ovunque, e la giornata è nostra.
E così è andata: troppo presto è andata. Ma quanti errori, poi, si fanno, a ripensarci. Di una mezza dozzina penso di essere ben consapevole: non gravissimi, o quantomeno non sufficienti, da soli, a fare il patatrac. Ma probabilmente ce ne saranno stati almeno altrettanti inavvertiti, magari ben peggiori. E se 12 errori per questa volta possono bastare, il tredicesimo di sicuro non l'ho fatto: restare a casa, quando, per una volta, si poteva volare davvero.
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vbMizio
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Lazio
87 Messaggi |
Inviato il 06/09/2017 : 09:44:58
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Belle, complimenti |
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gaid
New Member
Lazio
51 Messaggi |
Inviato il 10/09/2017 : 07:12:18
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grandissimo
Guido |
Modificato da - gaid il 10/09/2017 07:12:36 |
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hector
Junior Member
Lazio
277 Messaggi |
Inviato il 11/09/2017 : 12:41:36
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Grazie vbMizio, grazie gaid Ma non esageriamo: a un "grandissimo" si farebbe una statua. Invece, a Portorose, ho visto solo una statuetta
Perchè quella espressione ieratica e rapita (e un pò beota), così tipica dell'Homo Aviatorius Appena Harrivatus? Eccolo, il perchè.
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Modificato da - hector il 11/09/2017 12:46:30 |
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gaid
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Lazio
51 Messaggi |
Inviato il 11/09/2017 : 17:22:03
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.... come darti torto ?!?!?!
Guido |
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